La generazione di falsi allarmi è quella che più preoccupa coloro che hanno intenzione di installare un sistema di protezione per la casa. Svegliarsi di soprassalto nel cuore della notte per colpa del suono della sirena non è piacevole. Così come non sarà piacevole per i vicini udire un frastuono del genere. Insomma un antifurto che “scatta” in continuazione quando non c’è motivo è inutilizzabile e non serve a nulla.
Per questo motivo bisogna affidarsi a tecnici di comprovata esperienza e a prodotti di qualità. Il componente che più è responsabile dei falsi allarmi è il sensore, specialmente quello esterno. Diversamente dal rilevatore interno che opera in un ambiente protetto, le mura della casa, i sensori esterni hanno a che fare con le intemperie. Pioggia, variazioni di calore, neve, grandine, sole, sono tutte cause che possono far partire un falso allarme.
Quello del passaggio di un cane e gatto, o di un uccello, davanti al sensore è un problema superato. I rilevatori di una certa qualità hanno infatti tutti la funzione “pet immune” ovvero riescono ad ignorare il movimento di un animale. Il calore termico generato da un quadrupede è diverso da quello di un essere umano, il sensore se ne accorge.
Più difficile invece lavorare con una superficie che riflette il sole o con un sensore abbagliato dal faro di un auto. Così come potrebbe andare in “tilt” con nebbia e neve. L’ antimascheramento di alcuni sensori poi potrebbe non essere ben tarato di conseguenza alcuni semplici movimenti di oggetti nell’ aria saranno scambiati per un intruso.
Per questo motivo i rilevatori Pir possono essere sostituiti o integrati con i sensori a doppia o tripla tecnologia, ovvero che si avvalgono anche delle microonde per il riconoscimento. Se ci sono disturbi termici i microwave lavorano meglio, se invece nell’ ambiente ci sono sono interferenze con onde radio, ad esempio ripetitori tv o telefonia, quelli ad infrarossi vanno meglio.
Anche la centralina potrebbe essere imputata nella generazione di falsi allarmi. I sensori sono collegati alla centrale tramite filo o in maniera wireless. In quest’ultimo caso il segnale potrebbe non essere ben interpretato, specie se più rilevatori sono installati in serie. Le zone controllate dalla centralina, nei modelli più economici, sono poche, 4 o 8. Ci potrebbe essere l’esigenza di coprire più zone , in quel caso 2 o 3 sensori devono essere connessi tra loro e poi con la centralina. Tutto ciò appesantisce il lavoro della centrale e fa generare falsi allarmi.
Un’altra causa legata ai falsi allarmi è la batteria. I sensori autoalimentati, quelli wireless dotati di batteria interna, si scaricano. La durata è legata alla loro attività e spesso, specie i modelli economici, non danno un preavviso. Una sirena e di conseguenza la chiamata con combinatore telefonico, può partire anche solo se la batteria di un rilevatore si è scaricata.
L’ultima causa che produce un falso allarme in un antifurto è quella più banale, la dimenticanza. Gli utenti si dimenticano di disattivarlo quando entrano in casa, oppure si dimenticano della “parzializzazione” ovvero di aver attivato solo una parte dell’ antifurto per la casa, magari quella esterna. Vanno in giardino e scatta l’antifurto. E’ per questo motivo che è bene lasciare un lasso di 10-15 secondi prima che parta la chiamata telefonica col commutatore alle forze dell’ ordine.